PESTALOZZI: GLI ESORDI (pedagogia)
Johan Heinrich Pestalozzi visse in Svizzera tra l'età del lumi e romanticismo.
Sposò Anna Schutthess e insieme a lei avviò la prima impresa educativa, l'impresa agricola di Neuhof, un istituto per ragazzi poveri che istruiva e preparava al lavoro.
Da un educazione tradizionalista dopo anni passano alla teoria educativa di Rousseau.
Pestalozzi fu un padre amorevole che seguiva le regole della "lettura dell'Emilio", insieme alla moglie scrivevano i progressi del figlio su un diario.
Il figlio era però affetto da epilessia e presentava difficoltà cognitive e a 13 anni inizi
ò la scuola.
Seguendo l'esempio dell'Emilio, Pestalozzi scrisse un romanzo pedagogico, raccontando la storia di un gruppo di fanciulli di campagna.
Trama: Il villaggio è governato in modo dispotico e opprimente dal podestà. Leonardo (il protagonista) viene salvato dalla moglie e viene cacciato il podestà, giunge in seguito un nuovo maestro che riporta la pace.
Tutti i personaggi hanno un significato pedagogico:
- Il podestà= autorità oppressiva.
- Leonardo= debolezza umana capace di riscatto a condizione di essere aiutato.
- Gertude= saggio maestro.
In questo romanzo corale traspare l'adesione di Pestalozzi alla visione del dispotismo illuminato.
Dedicò gran parte del suo tempo all'istituto di Yverdon, che costituì la sua iniziativa scolastica più riuscita.
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