LA MAGIA E IL SUO FUNZIONAMENTO (antropologia)
Le prime persone erano convinte che gli astri avessero un reale influsso sulla vita degli esseri umani, le seconde persone invece pensavano che certi materiali messi insieme potessero creare oggetti miracolosi.
Gli antenati dei medici attuali erano convinti che certi vegetali, se ingeriti, potessero alleviare le sofferenze in quanto la loro forma ricorda gli organi sofferenti.
Dal 800 in poi con il termine magia si è inteso indicare, un insieme di gesti e formule verbali mediante cui si ritiene di poter influire sul corso degli eventi e sulla natura delle cose.
La cosiddetta magia nera, consiste per esempio in una serie di operazioni materiali e verbali condotte su qualcosa che è appartenuto alla persone che si vuole colpire.
James Frazer è riuscito a cogliere due modalità del pensiero magico sulle quali è opportuno riflettere: imitazione e contagio.
L'imitazione è la credenza che vestendosi della pelle di un animale il cacciatore possa imitare i suoi movimenti.
Il contagio corrisponde invece all'idea che due cose, conservino anche una volta allontanate il potere di agire l'una sull'altra.
Malinowski, che aveva una concezione strumentale e operativa della cultura, riteneva che la magia fosse un mezzo usato degli esseri umani, e non solo di primitivi, per far fronte a situazioni generatrici di ansia.
La magia non è anteriore alla religione o alla scienza ma piuttosto un gesto primordiale che afferma il desiderio dell'essere umano di controllare dei fini desiderati.
La magia è una ricerca di rassicurazione di fronte all'incertezza e all'imprevedibilità degli eventi.
C'è una somiglianza tra pensiero religioso e pensiero magico.
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