sabato 22 maggio 2021

GIOVANNI GENTILE, L'ETICA DELL'EDUCAZIONE (pedagogia)

Giovanni Gentile fu uno dei più importanti esponenti dell'anti-positivismo, anche in campo educativo.
Due opere Gentiliane molto importanti sono quelle di pedagogia e di politica scolastica.
Ha criticato profondamente la pedagogia come scienza sperimentale, mentre la pedagogia è un esercizio pratico basato su dati etici e filosofici. Secondo i Gentili, definire la "scienza spirituale" come scienza empirica o predicare l'empirismo significherebbe snaturare l'educazione riducendola a qualcosa di meccanico. La pedagogia, in quanto "scienza formata dall'uomo", non può che essere una "scienza formata dallo spirito", cioè la conoscenza filosofica.
In tema di riforma educativa, si colleghi il metodo di insegnamento al progetto di educazione politica, in cui si valorizza la funzione "nazionale" della scuola. Il "noi" profondo della nazione degli studenti è il progetto ideale dello spirito, della storia e dell'autocoscienza della "vita universale". "Artista e sognatore", una realtà viva, non ha nulla a che vedere con i "bambini fantoccio" descritti dalla psicologia evoluzionista, ed è stato rifiutato dagli studiosi siciliani come "bambini nella mitologia".
Basandosi sul superamento del dualismo realtà-spirituale e sulla sua soluzione nel comportamento puro, cioè nell'attività pensante assoluta, c'è una perfetta continuità tra il suo pensiero educativo e la filosofia: l'educazione è un comportamento umano, quindi è stato appreso da qualsiasi procedura empirica.
Vale anche in pedagogia la distinzione tra le nozioni di concetto e di pseudoconcetto che nega il valore della scienza se separata dalla riflessione filosofica.

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