mercoledì 26 maggio 2021

L'APPRENDIMENTO, BRUNNER (pedagogia)

Jerome S. Bruner (1915, professore ad Harvard e poi ad Oxford) condivide con Skinner la necessità di imparare ad essere razionali, efficaci, non improvvisati e, quindi, in linea con le esigenze di una società industriale avanzata, caratterizzata da una tecnologia molto più sofisticati che in passato e dal culto dell'efficienza. La società sta cambiando rapidamente e le scuole devono rispondere adeguatamente alle nuove esigenze formative. Non c'è più tempo per perseguire interessi infantili e accettare il principio dello sviluppo naturale. Tuttavia, il background teorico in cui operano i due studiosi è molto diverso. Alla scansione rigorosa degli apprendimenti prevista dal progetto educativo pianificato, Bruner oppone l'esigenza prioritaria di assicurare a ciascun individuo un insieme di conoscenze capaci di autoalimentarsi, necessarie per affrontare la vita adulta.
L'apprendimento è possibile grazie alla costruzione sociale di significati che ne garantiscono la comunicazione e la negoziabilità, cioè la capacità di adattarsi alle diverse culture. Siamo ancora tutti vittime del pregiudizio (una concezione piuttosto ingenua della mente) che la mente del bambino sarebbe una tabula rasa senza modelli culturali propri. Secondo Bruner, lo sviluppo della mente non è solo segnato da fasi biologicamente determinate, ma è influenzato dalla cultura di una società e dall'interazione con altri esseri umani. I significati risiedono certamente nella nostra mente. A partire da questa acquisizione, Bruner definisce la propria posizione su tre temi: contro il computazionalismo, cultura di appartenenza e modello aperto.


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