mercoledì 7 aprile 2021

I SIMBOLI SACRI (antropologia)

Fondamentale e universale risulta, per il modo in cui gli individui si accostano alla propria religione, l'uso di simboli sacri. Alla base di ogni religione vi sono alcuni simboli 'speciali' che rinviano ai valori fondamentali e ultimi di una visione religiosa. Tutti i simboli rimandano a una qualche "verità ultima" per coloro che riconoscono come sacri. I simboli religiosi sono, infatti, sacri, e quella dl sacro è una nozione centrale del pensiero.
Emile Durkheim definisce le cose sacre come separate da quelle profane e vietate a chi non è consacrato, cioè posto in uno stato tale da poter accedere ad esse. Secondo Durkheim, le cose sacre sono quelle suscitano rispetto e timore reverenziale negli esseri umani, al punto da essere concepite come
pericolose
per chiunque si avvicini senza essersi posto preventivamente nella condizione appropriata per farlo. I simboli sacri agiscono, su coloro che li riconoscono come tali, in due modi. Da un lato, li predispongono a compiere una certa azione; dall'altro, e al tempo stesso, suscitano in loro uno stato d'animo particolare.
I simboli sacri che producono, nell'anima di chi ne coglie il significato, un'idea di "ordine" nel senso pieno del termine. Questo ordine non è sistematico. Il tipo di ordine che suggeriscono i simboli sacri riguarda piuttosto la certezza che, nonostante il fatto che il mondo si presenti sotto forma di un insieme caotico di imprevedibile, doloroso e capace di sconvolgere l'universo morale degli esseri umani, c'è ancora in una certa realtà, immutabile su cui fare affidamento. È in questo modo che i simboli sacri vengono condivisi affinché la religione svolga la duplice funzione, integrativa e protettiva.

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