martedì 12 gennaio 2021

 L'ANTIGLOBALISMO (sociologia)

La globalizzazione, è un complesso insieme di processi che coinvolgono quasi tutti tutti gli aspetti del vivere associato. Questo però non significa che la tendenza attuale sia univoca e priva di contraddizioni. Come alcuni studiosi hanno osservato non si assiste solo a una propagazione di determinati fenomení che il nostro corso a omologare "dall'alto" i comportamenti delle motivazioni mondiali, ma vi sono anche segnali sempre più frequenti di esigenze localistiche che emergono "dal basso". Nella misura in cui si indeboliscono gli Stati nazionali, molte culture locali riacquistano forza, consapevolezza di sé. Esse riscoprono la propria identità che, in virtù della sua partícolarità, viene percepita come incompatibile con l'idea di unico orizzonte culturale global. Più ciascuno di noi è esposto al continuo bombardamento di informazioni su altre culture e su stili di vita diversi e incompatibili con il proprio, più sente necessario trovare in qualche modo delle conferme, dei "rinforzi", un ambiente sociale "famigliare" e quindi un senso di appartenenza a una comunità retta da norme sociali da lui condivise. Si tratta di una "debolezza" umana a cui le identità tradizionali e locali di ciascuno danno risposta. Come è stato detto, la nazione diventa non solo troppo piccola per risolvere grossi problemi, ma anche troppo ampia per risolvere quelli piccoli. il movimento "no global" parallelamente alla consapevolezza pubblica del processo di globalizzazione è cresciuto, a livello mondiale, il movimento cosiddetto "no global", che ha fatto della battaglia contro la to unico, ma di un insieme molto eterogeneo di movimenti locali e nazionalizzazione la propria bandiera.
Pur essendo frammentario il movimento no global è riuscito a trovare forme d’azione piuttosto efficaci.

LE FORME DI GLOBALIZZAZIONE (sociologia)

La globalizzazione è un fenomeno che coinvolge il mondo dell'informazione. La diffusione dei mezzi di comunicazione elettronici (televisione) e digitali (Internet) ci pone in perenne contatto con tutto il mondo, dandoci l'impressione di fare esperienza diretta di ciò che accade in Paesi lontani. Nel mondo contemporaneo esistono estese reti di comunicazione attraverso cui si diffondono costantemente non solo informazioni, ma anche contenuti simbolici che vanno a permeare la nostra concezione del mondo e dei rapporti sociali. 
La globalizzazione economica In secondo luogo, la globalizzazione concerne il mondo dell'economia. Ormai nessuna economia nazionale può considerarsi autonoma dalle economie degli altri Paesi: si è verificata infatti una storia integrazione che nessuna parte del sistema economico mondiale può essere considerata come un fenomeno a sé stante. Questo vale sotto molti aspetti, per esempio relativamente al commercio, vi è quindi un fenomeno di globalizzazione del lavoro
Infine, anche gli scambi e i flussi finanziari sono aumentati in maniera vertiginosa, perché legati al denaro elettronico, che cioè esiste solo in forma di dati informatici. Con pochi clic del mouse è possibile trasferire ingenti capitali da un punto all'altro del pianeta, provocando in casi estremi l'arricchimento o la crisi improvvisa di interni Paesi o di grandi multinazionali. Perciò le notizie economiche non hanno più un interesse solo locale.
La globalità politica so manifesta soprattutto attraverso una perdita di potere dello Stato nazionale. Le scelte che influenzano su una determinata collettività, infatti, non sono più soggette solo al potere centrale dell'organizzazione statale ma un potere di tipo sempre più transnazionale. Ciò implica che nessuna questione, per quanto localmente situata, possa essere considerata di competenza di una sola nazione.
Ciascuno Stato si considera sempre più coinvolto in quanto succede non solo globalizzazione politica. Un aspetto caratteristico di questa tendenza è che le relazioni internazionali non riguardano più soltanto le tradizionali questioni della geopolitica, ma anche questioni un tempo nazionali o locali, come l'inquinamento, la droga, il terrorismo, la condizione femminile.
Esiste anche una dimensione ecologica della globalizzazione.

CHE COS'È LA GLOBALIZZAZIONE (sociologia)

Grazie alla globalizzazione le persone si sono rese indipendenti dalla distanza fisica che le separa e ciò li ha resi più facili e frequenti. 
Si può definire la globalizzazione come uno stato di connettività complessa della società.
Non annulla le distanze fisiche ma le rende la situazione più accettabile e superabile. Trasforma in modo radicale alcune coordinate di fondo della società e della nostra vita quotidiana.
C'è consapevolezza da parte delle persone delle varie diversità culturali, permettendo di percepire con maggior vigore il carattere relativo e contingente, della cornice sciale e culturale in cui viviamo. 
Lo stato di connettività complessa ha delle conseguenze sociali molto profonde.
Per molte persone il mondo sta diventando molto rapidamente uno spazio sociale ed economico comune, percezione che si diffuse a partire dagli anni novanta.
La globalizzazione è chiamata cosi anche perché è quella caratteristica della società contemporanea per cui gli esseri umani riescono a percepire nella loro esperienza quotidiana la finitezza del globo terrestre.
L'essere umano sembra avviarsi verso la costituzione di un'unica società umana globale, non più attraversata da da barriere sociali e culturali stabilite su base geografica.
La società globale è anche detta transnazionale, poiché una delle sue caratteristiche fondamentali è quella di affermarsi indipendentemente dalla volontà dei singoli stati.
Le frontiere tra i diversi stati sono sempre meno impenetrabili e più permeabili perché si trova sempre un modo per perforarle.
Ci sono degli effetti indesiderati della globalizzazione che finiscono per generare, sentimenti xenofobi o razzisti in certe popolazioni o negli strati sociali più indifesi.
Chi ha il privilegio di avere accesso ad internet è inserito nel sistema economico occidentale, è sufficientemente ricco per viaggiare ne può sfruttare le opportunità.

lunedì 11 gennaio 2021

L'URBANIZZAZIONE E IL COSMOPOLITISMO (sociologia)

La forma territoriale tipica della società industriale come la città.
I primi centri urbani sorsero in medio oriente (mezzaluna fertile), quando alle società di cacciatori si erano sostituite quelle sulla coltivazione della terra.
La città è indice dell'esistenza di un potere statale centrale, a cui i singoli individui, le comunità locali devono sottomettersi.
Una città è un'area geografica a elevata densità abitava, in cui si concentra per un periodo di tempo duraturo una popolazione vasta ed eterogenea.
Il numero di abitanti in un luogo non determinano che esso sia una città.
La società industriale ha trovato nella convivenza uno strumento molto utile e confacente alle proprie caratteristiche distinte, facendone così un fenomeno sociale universalmente diffuso.
Fin dalla fine del XIX secolo osservatori attenti come Georg Simmel misero in luce la caratteristica peculiare dello spazio urbano: poiché si è continuamente sottoposto a un “bombardamento” di stimoli di ogni genere (ottici, acustici, siichici) e sono costantemente chiamati all'interazione con altri individui, si elabora una sorta di “difesa” basata sulla selezione degli
stimoli. La città è una grande forma di razionalizzazione della vita umana: si risparmiano tempo ed energia, si produce di più, si riesce a far convivere un alto numero di persone, a costo però di uniformare e spersonalizzare i rapporti umani, che restano inevitabilmente un livello superficiale per ciascuno entra quotidianamente in contatto con tanti altri persone.
La città è il luogo cosmopolita
per eccellenza, in cui si incontrano persone diverse da noi in continuazione. La società urbana è caratterizzata da una forte eterogeneità.
Durante gran parte del XX secolo il modello urbano di vita sociale, ormai diffuso in tutto il mondo industrializzato, è rimasto inquadrato entro i diversi contesti nazionali. È vero che la vita delle città era simile un po 'ovunque, a Berlino come a Roma o a New York, ma continuava a essere fortemente influenzata dalle norme sociali o dalle decisioni politiche nazionali. La società in cui si viveva era pur semper una società nazionale (tedesca, italiana, statunitense). Una città è una struttura sociale territoriale che permette un numero molto vasto ed eterogeneo di persone di entrare in interazione reciproca, superando gli ost
acoli normalmente posti dalle distanze spaziali.
Grazie alle nuove possibilità di movimento e di comunicazione create dalle innovazioni tecnologiche, i rapporti sociali tipicamente urbani cedenti confiní spaziali e geografici, senza dover ammassare le persone in uno spazio urbano ristretto. La globalizzazione della società contemporanea consiste, in definitiva, in questo: i rapporti sociali hanno, nel mondo, determinato i caratteri tipici delle interazioni di città, senza aver più bisogno dello spazio fisico come averestico luogo. Nella società globalizzata, la collocazione fisica di una persona nello spazio ha perso, almeno parzialmente, d'importanza.

LE COMUNITÀ LOCALI (sociologia)

Avere un corpo significa sottostare a determinate leggi che governano tutte le realtà materiali.
La corporeità umana costituisce una condizione essenziale della vita in società, che viene determinata da essa.
Ogni società è vincolata nello spazio e nel tempo.
Lo spazio è la condizione che permette alle persone di vivere insieme, entrare in relazione con gli altri, agire collettivamente.
Il tempo è un importante fattore sociale, dato che
ogni società s'inserisce in un corso storico ed è espressione del periodo storico cui appartiene.
Tutte le società si organizzano al proprio interno del vincolo insuperabile dello spazio e del tempo. Tali nuclei di società, definiti dall’ appartenenza a un luogo oa una zona geografica, sono chiamati comunità locali. Mentre la maggior parte delle organizzazioni sociali si riconosce per la funzione svolta o per le relazioni che rendono possibili collocazione geografica e dai confini spaziali. Le comunità locali sono per lo più caratterizzate da legami sociali forti: in un piccolo paese si sviluppano di solito relazioni più intense che nel testo di una grande città. In entrambi i casi, l'appartenenza a una comunità locale
è il più delle volte fonte di identificazione sociale per gli individui: anche abitare in un quartiere dormitorio trovato a determinare la posizione che un individuo occupa nella società.
Il processo di industrializzazione e modernizzazione della società ha comportato una riduzione d’importanza della comunità locali.
Il palcoscenico della vita sociale per la maggior parte degli esseri umani è il villaggio rurale.
I legami sociali più importanti nella vita di tutti, non sono più determinate dal territorio, ma dalle organizzazioni sociali di appartenenza.
Le comunità locali restano per tutti dei punti di riferimento.

sabato 9 gennaio 2021

 IL MITO (antropologia)

L'antropologo Marcel Griaule, in molti anni di ricerca e di studio, quella che egli chiamò la cosmologia Dogon: una complessa e affascinante visione dell'ordine del mondo dalla sua origine.
La cosmologia riposava su storie che raccontavano come si era formata la Terra, come erano nati i fiumi, gli animali, le piante e gli esseri umani.
Il tema del mito, come quelli della magia, del rito e della religione, ha affascinato un lungo tanto gli studiosi di storia delle religioni quanto gli antropologi. Per molti anni coerenza e, soprattutto, la loro connessione con la religione, di definire le caratteristiche del pensiero mitico
Può trattarsi di cosmologie, ossia di teorie sull'origine dell' universo teogonie, come per esempio le lotte tra divinità o spiriti, dal cui es gli uomini e gli animali, tra gli stessi esseri umani o tra le donne e gli uomini sono dipese le sorti del mondo e dell'umanità, oppure vicende accadute in un passato senza tempo e che giustificherebbero lo stato delle relazioni. Alcuni studiosi ritenevano, in passato, che i miti fossero un modo "inesatto cioè single", "primitivo", di ritenevano  di giustificare eventi realmente accaduti. Alessandro Magno, di Riccardo Cuor di Leone o del Saladino. Il mito presenta alcune caratteristiche peculiari Innanzitutto ignora, o quasi, lo spazio e il tempo. Le azioni dei protagonisti del mito sembrano non tener conto dell'anteriorità e della successione temporale. Fenomeni che nella realtà richiedono giorni, mesi o addirittura anni per compiersi, nel mito impiegano un semplice attimo personaggi del mito agiscono o abitano in luoghi impossibili da frequentare per la maggior parte o per la totalità degli esseri vielo, le il cuvielo  place, la luna, i fiumi .. Nel mito gli uomini parlano ai pesci, questi agli alberi e questi ultimi agi asur alle rocce, agli spiriti, agli dèi.  Gli animali parlano agli uomini, annullando le differenze tra regni, generi e specie, tra mondo sensibile e mondo invisibile.
Il mito tende a produrre una antropomorfizzazione della natura. Nei miti la formazione o la creazione del mondo viene quasi sempre rappresentata come il risultato di un processo di separazione e allontanamenti progressivi tra gli elementi costitutivi dell'unità originaria.
Il mito ha tante funzioni , è al tempo stesso, un atto speculativo, un racconto pedagogico, una teoria sociologica, un sistema di classificazione, per cui gli antropologi hanno cercato di studiare di volta in volta queste caratteristiche.
Il mito o almeno certi miti possono fungere da modelli per legittimare lo stato delle cose presenti.

 IL MALOCCHIO (antropologia)

Le concezioni del malocchio in Europa e Medio Oriente è diffuso ovunque nel mondo, ma in certe aree è stretta della magia, è la credenza nel malocchio, l'idea che uno sguardo insistente o certe parole posano influire negativamente su cose o  persone.   Quello che in Europe è “malocchio”  in molte aree è semplicemente “l'occhio”. In certe culture, come quelle dell'Europa rurale, era fino a non molti anni fa sbagliato fare troppi complimenti per qualche bell'animale posseduto dal contadino. Il malocchio non è considerato qualcosa che si possa trasmettere consapevolmente o in maniera volontaria.  Esso è piuttosto qualcosa che care spontaneamente dall'atteggiamento di ammirazione di qualcuno per qualcosa.  Non bisogna però dimenticare che in molti casi il malocchio rientra in un sistema di comportamento sociale o, come si direbbe, di "etichetta", il quale non ammette che una persona guardi troppo fissamente qualcuno che non conosce o che si sia troppo intrusivi con complimenti  o apprezza relativi a cose o persone.  Ciò non toglie tuttavia che anche in questo caso l'etichetta sia basata su idee che non hanno nulla a che vedere con il potere reale dello o delle parole di influenza su cose o persone.
Gli atti «porta sfortuna»:  Parente stretta del malocchio è la credenza che certi atti, soprattutto involontari, portino sfortuna, che può essere cioè all'origine di una serie di eventi negativi per proteggersi dai quali bisogna ricorrere a gesti e formule precise. In tutta I'Italia, e non solo, è diffuso per esempio, versare il sale o l'olio inavvertitamente porti sfortuna, oppure che rompere uno specchio procuri guai per un certo numero di anni. Chiedersi se le contromisure 'funziona' è sbagliato quanto chiedersi se è vero che versare il sale porti sfortuna o che complimentarsi per qualcosa procuri davvero un theno alla cosa o al possessore della cosa stessa.  Le formule e i gesti a cui si ricorre per parare l'eventuale danno procurato da questi atti si affiancano all formule pronunciate e ai gesti compiuti per prevenire la sfortuna. Il tutto forma un complesso di credenze che, da una parte, tende a sottolineare la precarietà dell'equilibrio su cui si regge la nostra vita, e che prende spunto da eventi scelti in maniera arbitraria, mentre, l'altro, tende a far fronte a questa precarietà con risposte rassicuranti che tenero a ristabilire, nella mente di colui che ci crede, l'equilibrio compromesso.

 LA MAGIA E IL SUO FUNZIONAMENTO (antropologia)

Le prime persone erano convinte che gli astri avessero un reale influsso sulla vita degli esseri umani, le seconde persone invece pensavano che certi materiali messi insieme potessero creare oggetti miracolosi.
Gli antenati dei medici attuali erano convinti che certi vegetali, se ingeriti, potessero alleviare le sofferenze in quanto la loro forma ricorda gli organi sofferenti.
Dal 800 in poi con il termine magia si è inteso indicare, un insieme di gesti e formule verbali mediante cui  si ritiene di poter influire sul corso degli eventi e sulla natura delle cose.
La cosiddetta magia nera, consiste per esempio in una serie di operazioni materiali e verbali condotte su qualcosa che è appartenuto alla persone che si vuole colpire.
James Frazer è riuscito a cogliere due modalità del pensiero magico sulle quali è opportuno riflettere: imitazione e contagio.
L'imitazione è la credenza che vestendosi della pelle di un animale il cacciatore possa imitare i suoi movimenti.
Il contagio corrisponde invece all'idea che due cose, conservino anche una volta allontanate il potere di agire l'una sull'altra.
Malinowski, che aveva una concezione strumentale e operativa della cultura, riteneva che la magia fosse un mezzo usato degli esseri umani, e non solo di primitivi, per far fronte a situazioni generatrici di ansia.
La magia non è anteriore alla religione o alla scienza ma piuttosto un gesto primordiale che afferma il desiderio dell'essere umano di controllare dei fini desiderati.
La magia è una ricerca di rassicurazione di fronte all'incertezza e all'imprevedibilità degli eventi.
C'è una somiglianza tra pensiero religioso e pensiero magico.

ELABORAZIONE TEORICA E RICERCA EMPIRICA (sociologia) La sociologia ha elaborato e sviluppato metodi di rilevazione empirica . vuole avere ...